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Yelena Yemchuck

Yelena Yemchuk è nata a Kiev, in Ucraina, nel 1970 e, successivamente, la sua famiglia si è trasferita a Brooklyn, a New York, quando era ancora un’adolescente. Prima di emigrare negli Stati Uniti, Yelena trascorreva le sue estati in un’area ricreativa culturalmente significativa a Kiev lungo il fiume Dnieper chiamato Gidropark, che sarebbe poi diventata l’ispirazione per il suo libro del 2011 con lo stesso nome. La fotografa e pittrice descrive l’area come una “versione sovietica di Coney Island” durante l’estate, quando i boschi dell’area sono trasformati in un parco giochi.

  Fotografia dalla serie "Anna Maria", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla serie “Anna Maria“, Yelena Yemchuck

Ha studiato alla Parson School of Design di New York e all’ArtCenter College of Design di Pasadena, in California ed è nata artisticamente come pittrice, infatti ha esposto i suoi dipinti alla Dactyl Foundation. I suoi dipinti “mostrano il suo approccio all’arte unicamente surrealista con narrazioni satiriche e innegabili influenze dell’Europa orientale“.

  Fotografia dalla serie "Anna Maria", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla serie “Anna Maria“, Yelena Yemchuck

La sua attuale attenzione per la fotografia di moda è iniziata nel 1997. Da allora, Yelena ha contribuito con Vogue italiano e giapponese, The New Yorker e W, ha girato campagne pubblicitarie per Kenzo, Cacharel e Dries Van Noten. Le sue immagini, solitamente, raffigurano le persone che la coinvolgono emotivamente, stabilendo con esse una relazione diretta.

  Fotografia dalla serie "Anna Maria", Yelena Yemchuck  Da
Fotografia dalla serie “Anna Maria“, Yelena Yemchuck

La sua produzione come artista, infatti, è immediatamente riconoscibile, indipendentemente dal mezzo. La sua è una visione unica, che possiede una fantasia surreale e un romanticismo oscuro che è unicamente il suo.

Fotografia dalla serie "The Anew Project", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla serie “The Anew Project“, Yelena Yemchuck

Naturalmente c’è molto di me nelle immagini. Ci deve essere, perché nascono da me. Lavoro d’istinto, forse seguendo il mio subconscio. Quindi, quando guardo alcune di queste foto, riesco quindi a vedere esattamente in che punto della mia vita ero in quel momento, anche se non si trattava di una ‘creazione intenzionale‘”, specifica la fotografa.

 Fotografia dalla sezione "Fashion", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla sezione “Fashion“, Yelena Yemchuck

A Vogue spiega meglio il suo rapporto con la moda e la fotografia: “In realtà la moda e i personaggi famosi sono solo una parte del mio lavoro. Scatto fotografie da quando avevo 18 anni, soprattutto foto per strada o reportage, come mi piace definirli; oppure racconti messi in scena, canovacci cinematografici. La moda è arrivata dopo“.

Fotografia dalla serie "Dallas Contemporary: Mabel, Betty, & Bette", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla serie “Dallas Contemporary: Mabel, Betty, & Bette”, Yelena Yemchuck

Da quando ho cominciato a fare foto di moda, ho quindi sempre avuto un approccio improntato a una prospettiva più personale. Per me la bellezza si identifica molto con la forza di carattere. Mi piace fotografare persone che condividono lo stesso modo di pensare. Non c’è nulla di più bello di quel brevissimo istante in cui si aprono nei tuoi confronti. L’ho imparato facendo foto per la strada, chiedendo a perfetti sconosciuti se potevo fotografarli. Ho detto spesso che, quando capitano questi momenti, ho la sensazione che accadano indipendentemente da me“, prosegue.

 Fotografia dalla sezione "Fashion", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla sezione “Fashion“, Yelena Yemchuck

E aggiunge, “con la moda è molto più difficile. Sul set c’è sempre un sacco di gente. Devi lavorare con modelle che magari non hai scelto tu ed è difficile ottenere la stessa intimità, la stessa magia. Questo è uno dei motivi per cui cerco di lavorare con donne con cui ho già un rapporto. Stabiliamo un linguaggio condiviso e riusciamo ad andare più in profondità nel processo creativo, anziché limitarci a scattare un’immagine di moda con una ragazza che indossa un vestito“.

Fotografia dalla serie "The Anew Project", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla serie “The Anew Project“, Yelena Yemchuck

Parlando, invece, della figura femminile e di femminismo, dice: “ovviamente, come fotografa di sesso femminile guardi la donna in modo diverso da un uomo. È quindi normale che il modo di vederla sia diverso. Nel mio lavoro mi è sempre interessato creare personaggi femminili forti. Donne reali però, non un’idea romantica e nemmeno wonder woman. Voglio mostrare anche la vulnerabilità, la passione. Spero che le mie fotografie inducano a pensare a ciò che sta provando la persona nella foto, chi sia, o permettano di riconoscere un legame emotivo“.

Fotografia dalla serie "The Anew Project", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla serie “The Anew Project“, Yelena Yemchuck

E continua spiegando che “forse perché sono cresciuta in un paese comunista, credo che la mia idea di femminismo sia leggermente diversa. Fin da bambina sono sempre stata convinta che le donne fossero uguali agli uomini. Le nostre madri e le nostre nonne lavoravano e prendevano lo stesso salario. A scuola ci è stato insegnato così e credo di essermi portata dietro questa convinzione anche quando arrivammo negli Stati Uniti. Mi sono sempre sentita a mio agio come donna e con la mia femminilità“.

Fotografia dalla serie "The Anew Project", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla serie “The Anew Project“, Yelena Yemchuck

Per quanto riguarda l’essere un oggetto del desiderio, è un’idea contro cui mi batto da sempre. Penso che oggi la nostra cultura non sia molto positiva: l’immagine e il ritratto delle donne che ci propone sono di basso livello e monocorde, unidimensionali, sminuenti e insinceri. Non mi riconosco affatto né mi identifico nelle donne con cui veniamo bombardati. È quindi fondamentale che noi artisti, donne e uomini, mostriamo le donne nella loro complessità, individualità e forza, anche con i loro difetti“, afferma.

 Fotografia dalla serie "The Anew Project", Yelena Yemchuck
Fotografia dalla serie “The Anew Project“, Yelena Yemchuck

Credo che le donne siano più ossessionate che mai dal loro aspetto. Basta pensare a tutto il bombardamento dei social media, ai selfie, ai filtri che fanno sembrare un’altra persona e la conseguente necessità di correre a farsi un lifting al viso per apparire come nella foto che ci si è fatti ma che non ci somiglia affatto. Credo sia una situazione disorientante, distruttiva, fantascientifica. Personalmente penso di avere un bellissimo aspetto in questi giorni“, aggiunge.

Link

https://www.yelenayemchuk.com/

https://www.anothermag.com/art-photography/10385/photographs-documenting-a-female-friendship-over-20-years

https://www.vogue.it/fotografia/interviste/2017/09/08/intervista-a-yelena-yemchuk-vogue-italia-settembre-2017

https://iralupu.com/articles/yelena-yemchuk/

https://www.doppiozero.com/materiali/clic/sguardo-di-donna

https://www.picturefarmproduction.com/yelena-yemchuk-for-io-donna-toddy-stewart-edits/