
Tomoko Sawada
Tomoko Sawada (nata nel 1977 a Kobe, in Giappone) è una fotografa femminista e performer giapponese contemporanea. È stata inclusa in numerose mostre collettive in Giappone, Europa e Stati Uniti. La sua prima mostra personale è stata nel 1997 alla Japan’s Gallery Chat. Nel 2004 ha ricevuto il prestigioso Kimura Ihei Memorial Photography Award per Young Japanese Photographer e l’International Center of Photography Infinity Award nella categoria Young Photographer. Si è laureata nel 1998 in Media Design, poi nel 2000 in Fotografia presso la Seian University of Art and Design di Otsu in Giappone.

Il suo lavoro indaga l’identità umana e in particolare i ruoli di genere e gli stereotipi nella cultura giapponese. Tomoko, infatti, usa la fotografia e le tecniche della performance art per esplorare idee di identità, stato, cultura, individualismo e conformità attraverso metodi culturali tradizionali e contemporanei di ritrattistica. Le sue fotografie fanno parte di serie a tema in cui si serve del make-up e di costumi per alterare drammaticamente la sua identità, così che ogni fotografia sembri rappresentare un diverso individuo o gruppo di individui, mentre tutti i soggetti sono impersonati da lei stessa.

Persino nelle città più diverse del paese, gli stereotipi e i cliché sui gruppi etnici non lasciano spazio all’individualità. Una persona può essere giudicata automaticamente dalla sua identità etnica percepita, anche quando tale assunto non è corretto. Tomoko è alle prese con un problema etnico particolarmente complicato: l’assegnazione dell’identità asiatica basata su caratteristiche fisiche.

“Molto spesso, quando vivevo a New York, per sei anni, ero percepita come di origine cinese o coreana o singaporiana… solo occasionalmente giapponese” – racconta – “Questo mi ha fatto considerare il processo intuitivo attraverso il quale le persone raggiungono la cognizione degli archetipi veri o falsi: l’esperienza mi ha portato a creare questo nuovo progetto, trasformandomi 300 volte per assomigliare a una varietà di donne dell’Asia orientale”.

Utilizza fotografi commerciali, cabine fotografiche e il proprio ambiente di studio con il fotoritocco digitale per rappresentare centinaia di identità diverse. Chiaramente, il suo uso del travestimento nei suoi autoritratti attinge al lavoro di Cindy Sherman. Il suo lavoro esplora anche il modo in cui le ipotesi sulla personalità sono in gran parte guidate da risposte culturali giapponesi a genere, occupazione lavorativa e altri stereotipi socio-culturali.

La prima serie di foto di autoritratto di Tomoko è “Early Days“, risalente al 1995-1996, fatta mentre era ancora una studentessa. La fotografa spiega come gli autoritratti possano rivelare la relazione tra il nostro mondo interiore e quello esterno, come l’incarnazione dei personaggi di fantasia nel suo lavoro le permetta di documentare la vita e la cultura delle donne giapponesi.

ID400 (1998-2001)

Tomoko Sawada ha guadagnato la fama con l’inizio della serie “ID400“, nel 1999. Rimanendo all’avanguardia della fotografia concettuale e dell’arte contemporanea, le sue immagini si concentrano esclusivamente su se stessa e sulle sue presunte identità. Le sue serie si basano sulla ripetizione di immagini in griglie, un formato appropriato per lavorare in modo altamente coerente nella forma ed elastico nei dettagli.

“ID400” è stata creata nel corso di quattro anni, dal 1998 al 2001, usando una cabina pubblica al di fuori di una stazione ferroviaria di Kobe, in Giappone, per scattare quattrocento diversi auto-ritratti in stile carta d’identità in bianco e nero. Alterando il suo aspetto attraverso diversi travestimenti, varie pettinature e cambi di trucco, Tomoko si diverte a cambiare la sua espressione facciale e, addirittura, a variare il suo peso per eseguire questo studio sulla fisiognomica e sulla individualità.

OMIAI ♡ (2001)

La serie “OMIAI ♡” fa riferimento al tradizionale libro fotografico di una giovane donna usato dai suoi familiari per un matrimonio combinato. Tomoko è stata fotografata in uno studio fotografico professionista. Durante ogni visita si è vestita come un diverso tipo di donna, poiché le fotografie sono state accuratamente prodotte con l’intenzione di mostrare l’identità di donne diverse per l’ipotetico futuro partner e la sua famiglia.

Cover / Face, (2002-2003)

Le fotografie di questa serie mostrano Sawada vestita in base alle tendenze della cultura giovanile giapponese e all’influenza delle idee occidentali sulla bellezza.

Costume (2003)

Tomoko, in questa serie, si veste con le uniformi e gli abiti da lavoro associate a varie occupazioni. L’idea di queste fotografie è nata dalle sue esperienze personali: lavorando in ruoli diversi ha appreso come diverse persone abbiano reagito a questi ruoli, “l’atteggiamento delle persone nei confronti di un’altra persona cambia molto in base alla loro occupazione“, ha rivelato l’artista.

School Days (2004)

Questa serie mostra l’immagine di Tomoko ripetuta all’interno dei ritratti di grandi gruppi di classe nei panni sia degli studenti che della loro insegnante, indossando un’uniforme scolastica, ma anche vestiti tipici della matrona scolastica. La fotografa trova i modi di alterare la sua figura indossando uniformi scolastiche identiche aggiungendo, però, modifiche al suo stile di capelli, accessori ed espressioni facciali. Le immagini, poi, sono state modificate digitalmente per creare la classe, comprendente uno sfondo.

Link
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Tomoko_Sawada
https://www.artsy.net/artist/tomoko-sawada
https://global.canon/en/newcosmos/gallery/selected-artists/tomoko-sawada/
https://www.maisonfunk.com/products/tomoko-sawada-id400-2004-06-04-original-sealed

